un Amore ai tempi dell'Impero...

domenica 18 dicembre 2011

Anno V Mese V Giorno 2°...loro, i nostri angeli...

Giulio [Valetudinaria/Esterno]Trafelato, corre da quando ha saputo la notizia, ovvero poco fa da un servo della Gens. Vestito con la solita tunica di stracci, arriva nei pressi dell’ingresso del Valetudinaria. Senza rallentare la corsa, giunge all’interno e, guardandosi da una parte e dall’altra, con aria smarrita e preoccupata, cerca dove possa essere la stanza di Annia e dei gemelli. Passa un inserviente a cui pone la domanda. L’uomo riflette un attimo e poi dice di ricordare che una domina che ha partorito due gemelli è stata ricoverata in una stanza al piano superiore. Il musico, anzi, ex musico, si affretta a salire le scale. Giunto al piano, col fiato pesante e la pelle particolarmente pallida, comincia a guardare dentro ad ogni stanza alla ricerca dell’amata.
Annia [Valetudinaria - Sala Degenza] Comodamente sdraiata, carezza con lo sguardo la parete dinanzi al letto, desiderando come non mai di potersi alzare per sbirciare al di fuori della grande finestra. Un sospiro, per poi volgere il capo in direzione del ligneo uscio, di li a breve la balia dovrebbe condurre nella stanza Tormento e Costanza per la poppata. Sorride, i lunghi capelli castano-ramati a ricadere lungo il volto incorniciandolo, gli occhi color smeraldo recanti profonde occhiaie bluastre per il poco riposo degli ultimi dies. La clamide, candida, avvolge il suo corpo morbidamente, le mani in grembo a massaggiare lentamente il ventre ormai non più prominente.
Giulio [Valetudinaria/Interno] < Mette la testa dentro a 4 o 5 stanze, quando l’agitazione, l’ansia e qualunque sensazione negativa possa albergare dentro di lui, svanisce. Eccola, la sua amata. La donna della sua vita. Beatamente distesa ed avvolta in una candida clamide che osserva fuori dalla finestra. Lui resta qualche istante fuori dalla porta, guardandola, mentre un sorriso gli compare lentamente sul volto. Avanza di qualche passo verso l’interno > Mia cara...< sono le prime parole che pronuncia > ti chiedo scusa amore mio…come stai? < Si porta al suo fianco e le prende una mano, portandola prima alle labbra e poi sul petto >.
Annia [Valetudinaria - Sala Degenza] < Sorride, sebbene il silenzio del loco e la posizione alla quale è costretta, di certo non la aggradino minimamente. Un profondo sospiro, sbirciando di tanto in tanto l'uscio, speranzosa che qualcuno venga a trovarla, magari il suo Giulio. Non si avvede, troppo immersa nei suoi pensieri, del compagno che giunge e che, fermo, rimane sulla soglia ad osservarla. E' solo quando si volta per l'ennesima volta che, un luminoso sorriso, sboccia sulle sue morbide labbra; gli occhi si fan improvvisamente lucidi, con slancio cerca di sollevarsi per abbandonare il letto e corrergli incontro > Amore...< una lacrima di gioia le riga il volto, mentre ricade sul giaciglio, tende le mani in direzione dell'amato lasciando che gliele stringa, che le porti quindi alle sue labbra per un dolce bacio e poi ad adagiarsi sul petto >.
Giulio [Valetudinaria/Interno] > Sono stato davvero imperdonabile…< l’espressione si fa dispiaciuta. Si china verso di lei > resta giù…non ti affaticare…vengo io da te < sorride, mentre si avvicina per darle un bacio sfiorato sulle labbra. Un respiro profondo mentre gli occhi sono fissi sui suoi e quindi si desta nuovamente, voltandosi da una parte poi dall’altra come per cercare qualcosa > e i piccoli? Dove sono i piccoli? < Domanda con tono felice >.
Annia [Valetudinaria - Sala Degenza] Ssshh...< portando l'indice della destra mano alle labbra, ad accostarvisi come ad intimare il silenzio al compagno. L'accenno di un sorriso, le smeraldine iridi a perdersi completamente in quelle del suo uomo, quindi le loro labbra a sfiorarsi per un dolce bacio > Sei qui, ora...è questo che conta...null'altro...< gli carezza il volto, quindi sentendo schiudersi nuovamente l'uscio si volta e, scorgendo la balia con in braccio i piccoli, esclama felice > Eccoli...Tormento e Costanza...li dia in braccio a lui...< invita la Domina che, porgendoglieli, esce velocemente dalla stanza >.
Giulio [Valetudinaria/Stanza] Dalla porta entra una balia con due che sembrano bachi di cotone tanto sono piccoli. Non può neppure scorgere i visi dei bambini. Solo quando la donna avanza nella stanza nota il ciuffo scompigliato di uno dei due. Col respiro bloccato nella gola muove un passo in direzione della balia > lasci che li guardi…< con gli occhi spalancati, qualcosa che per lui è sublime gli si para alla vista > per tutti gli Dei…< sospira appena. La balia allunga i due pargoli verso di lui che, con un po’ di titubanza, mette le braccia in modo tale che possano accogliere i due. Con fare lento e un po’ impacciato si volta verso Annia e, tenendo gli occhi prima su uno e poi sull’altro, domanda > chi è il Tormento e chi Costanza?
Annia [Valetudinaria - Sala Degenza] < In silenzio, ammira il compagno che, fuori di sè dalla gioia, osserva i due piccoli quasi incapace di proferir parola alcuna. Sorride, nel notare che, come lei, anche lui si sia accorto del ciuffo ribelle di uno dei due gemelli > quello con i capelli simili ai tuoi è Tormento...l'altra è Costanza...ha i tuoi occhi, amore...< sussurra dolcemente, lasciando che il papà li stringa a sè, orgogliosa di lui e della famiglia che, insieme, hanno creato >.
Giulio [Valetudinaria/Stanza] < Sorride lievemente > giusto...il ciuffo…< si china verso il maschio e gli dà un bacio sulla fronte per poi voltarsi verso Costanza > perdonami principessa…< sorride anche alla figlia > ma ti accorgerai presto che le domine vengono sempre prima…e almeno per questa volta lascia che sia tuo fratello a goderne…< si china ora verso di lei e lascia un tenero bacio sulla fronte anche della figlia. Un respiro più profondo e si volta verso l’amata, raccogliendo tutte le forze che gli sono rimaste in corpo, forse a causa della lunga corsa che ha fatto per raggiungerla > Mia cara…che meravigliose opere che hai creato…< si siede sul bordo del giaciglio dove lei è sdraiata > immagino i pupi abbiamo fame…< appoggia dolcemente i figli sul petto materno > e li capisco benissimo.
Annia [Valetudinaria - Sala Degenza] < Ciò che i suoi occhi scorgono, è a dir poco magnifico. Tace, cogliendo lo sguardo con cui l'amato osserva i piccoli, sorridendo nel sentirlo verbare a Costanza quasi lei potesse comprendere le sue parole. La piccola, in tutta risposta, schiude appena gli occhietti puntandoli sul volto del padre, quindi accenna un lievissimo sorriso senza denti per poi tornare a sonnecchiare >...Che abbiamo creato, vorrai dire...< ammicca all'amato, lasciando che s'avvicini e, delicatamente, adagi i gemellini all'altezza dei seni appositamente scoperti per allattarli > sono due mangioni, sai? < Ride appena, percependo le loro labbra adagiarsi sui capezzoli e, famelici, prendere a succhiare il latte materno >.
Giulio [Valetudinaria/Stanza] Sorride nel sentire la madre che già comincia a bacchettare affettuosamente i piccoli dando loro dei mangioni > ecco ragazzi…quella è vostra madre…< fa spallucce > ma non temete…vostro padre vi farà divertire...< prende uno sgabello, che appoggia accanto al giaciglio per lasciare tutto lo spazio ad Annia, e li si siede > sai...< sospende la frase per fare poi un respiro più profondo > non sono più in accademia…< guarda i due bambini mentre tettano avidamente dal seno materno > pensavo di aver preso la decisione giusta per passare più tempo con voi, ma…a giudicare da quanto mangiano questi due...bhe…non so se potremmo farcela con il tuo stipendio…< ride delle sue stesse parole, palesando quindi serenità d’animo >.
Annia [Valetudinaria - Sala Degenza] < Di tanto in tanto, abbassa lo sguardo, sorridendo di come i piccoli stringano con la bocca sul seno per suggere affamati il latte; al dire del compagno, sorride, felice che, in questo modo, possa aver sicuramente più tempo a disposizione > Già! < Ride divertita della sua battuta, lasciando che i suoi occhi innamorati si specchino in quelli di lui a trasmettergli quello che sente, la gioia che le ha donato rendendola madre > Domani potrò tornare in Domus...< afferma contenta, tendendo la destra mano al compagno affinchè possa stringergliela, quindi si china appena in sua direzione, attenta a non distogliere i gemelli dalla loro poppata, per un dolce bacio >.
Giulio [Valetudinaria/Stanza] > Ottimo, mia cara…< le sorride e ritorna a guardare i due figlioli mentre continuano il loro pasto. Punta i gomiti sulle cosce così da poter reggersi il capo fra le mani. Nessuna parola serve ancora. Gli unici rumori, saranno i teneri versetti dei due neonati, che rimarranno impressi nella sua mente per tutta la vita >.

GLI AUGURI...

Anno V • Mese V • Giorno 1°

Sapientia est Lux,

Con immensa gioia e grande commozione, annuncio all'Urbe tutta che, ieri sera, la mia adorata cognata Annia Decima Marzia Faustina, fidanzata del mio altrettanto adorato fratellone Giulio Mozart Decimo Marzio Beccus, ha dato alla luce due meravigliose creature: Tormento Valerio Marzio Decimo Beccus e Costanza Sibilla Marzia Decima Beccus, due gemellini sani e liberi.
Carissimi, la gioia che avete portato nella Gens con l'arrivo di queste due creature è immensa...ora, Sofia e Domizio, avranno finalmente due cuginetti con i quali giocare. Che gli Dei illuminino sempre il vostro cammino, con l'augurio più sincero di rimanere sempre una famigliola unita...auguri!

Aeliaclara Marzia Decima Paciano
Araldo delle Guide Imperiali
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Anno V • Mese V • Giorno 1°

Forma et Virtus vobiscum,

Miei cari amici, Giulio e Annia, la nascita dei vostri figli mi riempie il cuore di gioia, il sorriso innocente di una piccola vita...è l'espressione più dolce e piu' viva dell'Amore...tantissimi auguri!

Eutropia Matidia Sicana
Gestore delle Terme
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Anno V • Mese V • Giorno 1° 

Divitiae Vobiscum,

Gioiosa è la notizia che due nuove vite siano venute alla luce.
Porgo le mie felicitazioni al cives Giulio et alla domina Annia per codesto lieto evento.
Certo che la vostra vita sarà di molto rallegrata e responsabilizzata grazie alla nuova situazione, vi auguro che ogni evento futuro possa procedere per il meglio.

In fides,
Massimo Galerio Hispanico
Censore dell'Urbe
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Anno V • Mese V • Giorno 1°

Fortuna et Gloria!

Smisurata è la mia contentezza nell’apprendere questa non lieta, bensì magnifica notizia. Mi rincresce solo di non essere stato presente di fianco alla mia amata sorella a stringerle la mano per darle forza. Tormento e Costanza, due splendidi nomi; due nomi incisi ormai nella storia di Roma e sono certo, che continueranno a scriverla.
Sono molto orgoglioso di voi, Giulio ed Annia.

In fides,
Eteocle Decimo Lucrezio Tullio
Tribuno Nautico
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Anno V • Mese V • Giorno 1°

Esse sequitur ars,

è con immensa gioia che vengo a conoscenza di tale notizia. Finalmente la nostra amata domus sarà di nuovo colma di ridolini, pianti ed allegria. Faccio le mie più vive congratulazioni ai genitori, sono convintissima che svolgerete questo lavoro egregiamente, perchè sì è un lavoro, ma un lavoro tremendamente bello e che spesso dà molte più soddisfazioni delle professioni che normalmente svolgiamo.

Alele Cleopatra Selene Decima
Attore Provetto
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Anno V • Mese V • Giorno 2°

E' con immenso piacere che porgo ad Annia e Giulio le mie più sentite congratulazioni; la felicità che portano due creature riempirà d'amore la vostra vita e la vostra domus.
Che gli Dei vi proteggano sempre.

In fides,
Cassiopea Cornelia Cinna
Prefetto dell'Annona
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Anno V • Mese V • Giorno 3°

Ave Vobis, amici e parenti,

voglio innanzitutto ringraziare la mia cara Annia per avermi regalato quanto di più bello un uomo possa ricevere nella sua vita. Due figli meravigliosi. A loro hai donato tutte le tue qualità: bellezza, gentilezza, fascino, senza però privarti neppure in minima parte di queste. Neanche il rimpianto di aver perso il momento della loro nascita riesce ora ad intaccare la gioia che provo dopo averli visti ed aver rivisto te.
Ringrazio anche Voi tutti che ci avete porto le vostre felicitazioni. Sia io che Annia, saremo ben lieti di ricambiarle di persona quando vorrete farci visita.

In fides,
Giulio Mozart Decimo Marzio Beccus
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Anno V • Mese V • Giorno 7°

Ave, Sapientia et Veritas Vobiscum sint!

Grazie...grazie...grazie...
Ai veri amici, coloro che, anche da lontano, mi hanno sempre appoggiato e sostenuto.
Alla mia famiglia, luce nel buio, guida di ogni mio passo.
A te, Amore Mio, perchè in tua assenza, non sarei quella che oggi sono. Perchè i nostri figli, Tormento e Costanza, potranno ritrovarsi nei nostri sguardi senza mai smarrirsi. Grazie, per tutto ciò che hai reso possibile, per avermi reso unica.

In fides,
Annia Decima Marzia Faustina
Filosofo Decano e Portavoce della Gens Decima
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Anno V • Mese V • Giorno 16°

Ave a voi, membri della gens Decima, che in questi giorni state festeggiando la nascita di due bambini che porteranno avanti il vostro prestigioso stemma di famiglia.
Passando dinanzi alle bacheche, la mia attenzione è stata attirata dal nome di uno dei pargoli : Tormento. Ecco, questo era il nome, o meglio, il soprannome di mio padre, che molti anni fa giunse a Roma in cerca di fortuna lasciando me e mia madre soli nelle terre del Nord. Inutile forse, aggiungere, che sono venuto a Roma col desiderio di ritrovarlo. Sapreste darmi informazioni in merito? Nel caso, mi piacerebbe incontrarvi di persona per potervi conoscere.

In fides,
Xortes
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Anno V • Mese V • Giorno 16°

Fortuna et Gloria, Xortes!

Se quello che dite corrisponde a verità, ossia che l’uomo chiamato Tormento sia Vostro padre, Vi invito nell’attuale domus Decima, sita in Via Nerva n°17, per discuterne con calma e fare la Vostra conoscenza.
Sarebbe infatti una lieta novella, per noi, apprendere che un nuovo Decimo si aggiri per le strade di Roma in modo da poterlo accogliere all’interno della nostra famiglia.
Attendo presto Vostre notizie.

In fides,
Eteocle Decimo Lucrezio Tullio
Pater Gentis Decimae
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Anno V • Mese V • Giorno 17°

Ave Vobis,

la notizia che apprendo, suscita sicuramente in me curiosità e gioia, quest'ultima ovviamente nel caso si rivelasse vera e fondata.
L'affetto che mi legava, e che per molti versi ancora mi lega a mio cugino Tormento, è davvero profondo e, se voi foste davvero chi sostenete di essere, sarete accolto da me con l'affetto che merita un carissimo nipote.
Vostro padre, o presunto tale, avrebbe comunque avuto l'eleganza di presentarsi in modo diverso, adoperando questa bacheca con un unico fine, ovvero quello di dar guadio alla nascita dei miei figli.
Ad ogni modo, se realmente dimostrerete quanto andate sostenendo, verrete a contatto con quell'eleganza che poc'anzi menzionavo e che, da sempre, contraddistingue i componenti della nostra famiglia, potendo così renderla anche Vostra. Mi unisco, comunque, all'invito avanzatoVi.

In fides,
Giulio Mozart Decimo Marzio Beccus
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Anno V • Mese V • Giorno 17°

Ringrazio pubblicamente la gens Decima per le belle parole, sia attraverso la presente bacheca, sia attraverso le missive.
La cosa, che a dire il vero mi rende triste, è che se mio padre fosse stato un membro della vostra famiglia, credo che dovrebbe aver avuto almeno la premura di sottoscrivere alcune parole di suo pugno.
Evidentemente, gli anni passano ma le persone non cambiano mai!
Dopotutto, non sono legalmente suo figlio, quindi perchè degnarsi di scrivermi in questi vent'anni?
Tornando a noi, sarò ben felice di conoscervi, sicuro di poter capire molte cose e di andare a fondo alla questione.

In fides,
Xortes
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Annia Cornelia Faustina

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